Con ordinanza numero 2984 del 1° febbraio 2022, la Suprema Corte di Cassazione civile, Sezione VI-1, ha stabilito che “in tema di società a responsabilità limitata, ove si verifichino perdite che comportino la riduzione del capitale sociale al di sotto del limite legale, deve essere senza indugio convocata l'assemblea per deliberare l'azzeramento e la ricostituzione del capitale o la trasformazione della società, al fine di impedirne lo scioglimento, ma non è previsto alcun termine decadenziale per l'adozione di tali statuizioni, fermo restando che la mancanza di sollecitudine nella convocazione dell'assemblea può costituire causa di responsabilità degli amministratori nei confronti della società stessa” (Giustizia Civile Massimario 2022). Il caso Due soci di minoranza di una S.r.l. impugnavano dinnanzi al Tribunale di Savona una delibera assembleare - che stabiliva, inter alia, l’azzeramento del capitale sociale a parziale copertura delle perdite risultanti dalla situazione patrimoniale approvata e la contestuale ricostituzione del capitale al di sopra del suo limite legale - per violazione dell’articolo 2482-ter c.c., in quanto il ripianamento delle perdite della società sarebbe occorso quattro anni dopo la loro emersione e non “senza indugio”, come invece previsto dalla norma. Il Tribunale di Savona rigettava il ricorso e riteneva la delibera de qua legittima. I ricorrenti impugnavano la sentenza del Tribunale dinanzi alla Corte di Appello di Genova, la quale a sua volta respingeva gli appelli. Infine, i ricorrenti proponevano l’impugnazione della sentenza della Corte d’Appello di Genova con ricorso dinnanzi alla Suprema Corte di Cassazione. La Suprema Corte di Cassazione confermava quanto statuito dalla Corte d’Appello, ritenendo la delibera de qua valida, in quanto l’art. 2482-ter c.c. non prevede un termine decadenziale oltre il quale all'assemblea sia precluso deliberare la riduzione del capitale ed il contemporaneo aumento del medesimo al di sopra del minimo legale. La decisione della Suprema Corte. Osservazioni. La citata ordinanza conferma un orientamento già consolidato della giurisprudenza di legittimità (si veda, ex multis, la sentenza n. 8928 del 1994 della Suprema Corte di Cassazione civile, Sezione I) in merito all’interpretazione dell’articolo 2482-ter c.c.. Ai sensi dell’articolo 2482-ter c.c., se per la perdita di oltre un terzo del capitale di una s.r.l., questo si riduce al disotto del minimo legale, gli amministratori della società devono senza indugio convocare l'assemblea per deliberare la riduzione del capitale ed il contemporaneo aumento del medesimo ad una cifra non inferiore al detto minimo, salva la possibilità di deliberare la trasformazione della società. La Suprema Corte, motivando la sua decisione sul ricorso, afferma che la locuzione “senza indugio” “vale solo a connotare in termini di urgenza il dovere di informazione gravante sull’amministratore […] e quindi a fissare un preciso aspetto di responsabilità nei confronti della società che potrebbe essere seriamente pregiudicata dal ritardo nella convocazione dell’assemblea [per la riduzione e contestuale aumento di capitale al di sopra del limite legale, ndr] ”. Non sussiste, invece, “un termine decadenziale oltre il quale all’assemblea, a ciò convocata, sia precluso di deliberare ai sensi dell’articolo 2482-ter c.c.”, con “effetto ex tunc” della delibera stessa. Si segnala tuttavia, a fini di completezza, un orientamento dottrinale secondo cui la lettura dell’articolo 2482-ter c.c., in connessione con l’articolo 2631 c.c., consentirebbe di affermare che gli amministratori abbiano l’obbligo di convocare l’assemblea in ogni caso entro trenta giorni dal momento in cui sono venuti a conoscenza delle perdite.